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La febbre dei tassi come farla passare

Scritto da Mutuisì | 16 maggio 2022

 

E’ il caso di preoccuparsi?  Cosa fare se si sta rimborsando un prestito variabile? E come muoversi se proprio in queste settimane si sta comprando casa? Ecco qualche considerazione sulla situazione dei tassi.
Con una breve osservazione storica che può aiutare a prendere una decisione consapevole.

L’effetto


Su un debito residuo di 100 mila euro, ogni decimo di punto di aumento del costo del denaro implica nell’immediato un incremento della rata di 8 euro al mese.
Il rischio per le famiglie impegnate a pagare un prestito a tasso indicizzato non appare particolarmente elevato, soprattutto perché nessuno, si presume, aveva previsto di pagare per decenni rate intorno al 2%.
Ma anche se si pensa che l'aumento sarà più alto guardando ai numeri del passato, la decisione di cambiare formula va presa con molta prudenza visto che ormai il costo del finanziamento fisso supera abbondantemente il 5%.
Significa che, per risparmiare, l'Euribor dovrebbe aumentare ancora tra i due punti e i due punti e mezzo e poi fermarsi a questo livello.
Uno scenario che forse non si può del tutto scartare, ma che non appare vicino.
 

Quindi c'è tutto il tempo per valutare la possibilità di una surroga.
A sconsigliare la modifica c'è anche la storia: è vero che nel mondo finanziario quello che è successo nel passato non dà alcuna garanzia di replica nel futuro, ma è anche evidente il fatto che chi aveva in corso un prestito indicizzato a tasso variabile tra il 2007 e il 2008 ha dovuto far fronte a una bufera finanziaria e a un' innalzamento delle rate che molto difficilmente si ripresenterà nei prossimi anni.

E la storia dice che se si confrontano un mutuo a tasso fisso e uno a tasso variabile acceso a condizioni standard in un qualsiasi mese da quando c'è l'euro, chi ha scelto il prestito indicizzato ha sempre guadagnato.