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Mutui, il paracadute non serve ancora

Scritto da Mutuisì | 13 giugno 2011

 

I 780 euro di differenza sono il risultato di un confronto con tasso variabile con l’Euribor 3 mesi ancorato allo spread dell’1,6% , iniziato con una rata da 535 euro; contro un fisso al 5,2%, tasso calcolato in base all Irs a 20 anni di fine dicembre 2010 più lo spread dell’1,60%, con una rata di 671 euro.
  

Grazie alla simulazione possiamo anche vedere cosa potrà succedere di qui a fine anno in base alla scelta della Bce se operare altre due (scelta oggi giudicata più probabile) o tre variazioni a rialzo sui tassi da 25 centesimi di punto l'una; pervedendo che l’Euribor subisca un ulteriore incremento di 50 centesimi a fine anno la rata arriverebbe a 603 euro, con un vantaggio di ancora 68 euro rispetto al tasso fisso e con un risparmio totale per il primo anno di oltre 1.240 euro.

Nel caso di aumento di 75 centesimi la rata a dicembre salirebbe a 623 euro, mantenendo comunque un vantaggio di 48 euro rispetto al fisso mentre le spesa su base annua sarebbe inferiore di circa 1.180 euro in un anno.

Le conclusioni denotano che il tasso fisso è indicato solo per i mutuatari che si stanno impegnando al limite delle proprie capacità reddituali e non intendono correre alcun rischio.
Può essere invece interessante, in alternativa al variabile, opzionare i tassi misti che generalmente consentono di scegliere a scadenze determinate in contratto, ogni 2 /5 / 10 anni, se rimborsare a tasso fisso o a tasso variabile.

Il vantaggio è legato all’ Irsche essendo in questo caso di breve periodo consente di annullare il rischio di aumento dei tassi ad un costo sostenibile.