Il Decreto che recepisce la Direttiva UE n°214/17 è stato soggetto a controversie sin dalla sua introduzione, nonostante già l'anno scorso il nostro diritto fallimentare fosse stato modificato proprio per prevedere la possibilità che le banche ottenessero l’immobile, in caso di insolvenza da parte del mutuatario.
La polemica maggiore verte ora sulla modifica al Decreto, approvata dalla Commissione Finanze della Camera e del Senato, che aumenta da 7 a 18 il numero di rate non pagate necessarie prima che le banche rientrino forzosamente in possesso dell'immobile soggetto a garanzia.
Nella precedente versione del Decreto, infatti, erano sufficienti 7 rate non pagate affichè la banca potesse avviare una procedura senza dover incaricare aziende terze o avviare una lunga e costosa procedura esecutiva.
In questo modo, i mutuatari che stipulano un contratto di mutuo dopo l’introduzione del Decreto, avranno un margine di più del doppio delle rate non pagate prima che la banca possa legittimamente rientrare in possesso dell’immobile ipotecato.
Del resto, la Comunità Europea ha più volte sollecitato l’Italia ad adeguarsi alle indicazioni dell’Europa in materia di finanziamenti.
I mutui italiani sono i più cari d’Europa, in parte per via dei costi enormi che le banche debbono sostenere proprio per ottenere immobili dati come garanzia dei mutui, senza che questo costituisca, per altro, una tutela in più per il mutuatario. La via giudiziale, infatti, oltre ad essere lunga e costosa, non fa altro che procrastinare di qualche anno l’inevitabile pignoramento in caso di insolvenza del mutuatario, che poi dovrà anche partecipare al pagamento delle spese.
L’attuale Decreto mutui, invece, prevede almeno due tutele importanti:
- servono 18 rate non pagate, anzichè 7, prima che la banca possa rientrare legittimamente in possesso dell’immobile;
- in caso di vendita all’asta, è prevista la presenza di un perito del Tribunale o di una persona di fiducia del mutuatario per garantire che il prezzo di vendita corrisponda al prezzo di mercato dell’immobile.
In questo modo, si ha un’effettiva garanzia che, in caso il valore di mercato dell’immobile espropriato ecceda il valore residuo del mutuo, questo non venga svenduto. Una tutela importantissima, dato che l’eccedenza tra prezzo di vendita dell’immobile e valore del mutuo residuo da pagare va restituito al mutuatario moroso.
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