Mutuo fisso o variabile: quale conviene oggi?

Scopriamo cosa conviene scegliere oggi tra un mutuo a tasso fisso, a tasso variabile o variabile con cap

 

Ti aiutiamo ad orientarti nella scelta del mutuo: ecco quale conviene oggi tra mutuo fisso, variabile e variabile con tetto massimo (cap) sul tasso di interesse

Mutuo a tasso fisso e a tasso variabile: come funzionano e differenze

Stai per chiedere un mutuo? Non sai scegliere tra tasso fisso e variabile? Allora sei nel posto giusto! Per aiutarti vogliamo spiegarti quali sono le differenze tra tasso fisso e tasso variabile, ma anche presentarti l’opzione del tasso variabile con cap: ecco come funzionano. Partiamo dai mutui a tasso fisso. Questo tipo di finanziamento prevede un tasso di interesse da parte della banca costante nel tempo, dunque identico in ogni rata, indipendentemente dalle oscillazioni del mercato bancario.

Il tasso fisso viene calcolato sommando l’indice Euris al momento della stipula allo spread applicato dall'istituto di credito, definendo su questa base il tasso annuo nominale (TAN) per i finanziamenti a tasso fisso. Le rate dei mutui a tasso variabile, invece, sono soggette a variazioni, dato che può cambiare nel tempo sulla base dell'andamento di un altro indice, cioè l’Euribor. Questo tipo di finanziamento prevede una rata che viene aggiornata periodicamente, proprio in base ai valori di riferimento identificati inizialmente, che risentono - in positivo o in negativo - dell’andamento del mercato bancario.

Per scoprire come vengono calcolati i diversi tipi di tasso di interesse dagli istituti di credito, ti suggeriamo la lettura di questo approfondimento sull'andamento dei tassi. In sintesi, un mutuo a tasso fisso prevede sempre lo stesso tasso di interesse, mentre un mutuo a tasso variabile presenta sia il rischio di un aumento dei tassi che la possibilità di offrire un costo inferiore se i tassi restano bassi nel periodo del finanziamento. Considerate le differenze tra tasso fisso e variabile, e tenendo presente che in questi mesi - anche a causa dell’inflazione e delle conseguenze della guerra in Ucraina - il tasso fisso è aumentato, quest'ultimo non rappresenta più una scelta così scontata.

Se, fino a circa un anno fa, il mutuo a tasso fisso era conveniente quantomeno per i finanziamenti di lunga durata, i recenti rialzi hanno fatto aumentare le preferenze verso il tasso variabile, anche nella versione con cap - che ti presenteremo tra poco -, soprattutto per i mutui più brevi (a partire da 15 anni di durata).


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Come funziona il mutuo a tasso variabile con cap?

Ora è il momento di spiegarti come funziona il mutuo a tasso variabile con cap. Il mutuo variabile con tetto massimo - detto anche mutuo capped rate o con cap - prevede un tasso di interesse variabile, rispetto al quale viene concordato con la banca un tetto massimo oltre il quale il tasso di interesse non potrà mai salire.

In questo modo, è possibile scongiurare il rischio di un aumento eccessivo delle rate, dato che il cap tutela il mutuatario dagli aumenti eccessivi del costo del denaro. In sintesi, il mutuo con cap è una tipologia di mutuo ipotecario a tasso variabile, che però garantisce al cliente un tetto massimo che il tasso di interesse non può in alcun caso superare, così che si conosca sempre la rata massima del piano di ammortamento.

Quale mutuo conviene oggi tra fisso, variabile e variabile con cap?

Arrivati a questo punto, non ci resta che rispondere alla domanda più importante: quale mutuo conviene oggi tra fisso, variabile e variabile con cap? Come certamente saprai, il contesto economico attuale è molto instabile e il costo dei mutui è aumentato sensibilmente negli ultimi mesi. Sia a causa dell’aumento dell’inflazione che delle conseguenze della guerra in Ucraina, i tassi di interesse dei mutui sono cresciuti.

Ecco perché, in un quadro del genere, non è facile decidere quale tipologia di mutuo scegliere. In ogni caso, per i mutui di breve durata (ovvero inferiori ai 15 anni), il tasso variabile può rappresentare una valida alternativa a quello fisso, dato che, anche nel caso di un aumento del tasso di interesse, quest’ultimo inciderebbe su una quota capitale minima, poiché la quota di interessi viene restituita prevalentemente nei primi anni del mutuo. Per un mutuo di lunga durata (intorno ai 30 anni o maggiore), invece, il tasso fisso permette di stabilire in anticipo e in maniera certa l'ammontare degli  interessi per tutta la durata del finanziamento, evitando le oscillazioni del mercato.

Ci sono poi altri fattori, molto più specifici, che possono incidere nella scelta della tipologia di mutuo. Uno di questi è il reddito familiare: il tasso fisso si sposa meglio con un contratto indeterminato e un salario stabile nel tempo, mentre il tasso variabile è più adatto a chi prevede entrate future o variazioni positive del reddito. C’è poi da considerare anche la situazione economica attuale e futura, che però, come abbiamo visto, al momento offre poche garanzie, sebbene sia possibile consultare le previsioni sui due parametri di riferimento - Eurirs per i tassi fissi ed Euribor per i tassi variabili. Infine, il mutuo a tasso variabile con cap, permettendo di fissare un tetto massimo, tutela i mutuatari dalle oscillazioni al rialzo dei tassi di interesse o dai repentini cambi di andamento dello spread.

Di conseguenza la rata variabile con cap conviene rispetto alla normale rata variabile anche perché permette di sfruttare le condizioni di mercato, ma la protezione che offre risulta efficace soltanto se il cap viene fissato a una soglia massima del 3% e nei casi di una durata del rimborso lunga (25-30 anni). Anche se al momento non è facile scegliere quale tipologia di mutuo sia la più conveniente, siamo sicuri che questa guida ti sarà utile a prendere la decisione migliore!


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