Social network per l’erogazione del mutuo

Praticamente dalla sua creazione, Facebook ha causato una serie di dubbi “etici” sull’opportunità di diffondere in rete, se pur con il consenso dell’interessato, dati sensibili relativi ai profili social network dei propri iscritti.

La nota piattaforma social, si avvale infatti di diversi sofisticatissimi algoritmi che hanno lo scopo di raccogliere una quantità di dati sull’attività dell’utente che poi vengono utilizzati per “personalizzare” gli annunci pubblicitari a lato della pagina oppure addirittura per segnalare i messaggi “di rilievo” degli amici. Insomma, per “filtrare” ciò che viene visualizzato o meno dall’utente.

Già di per sé, questi algoritmi pongono diversi problemi etici. Ad aggravare la questione, i dati raccolti vengono anche venduti ad aziende che svolgono indagini di mercato, in modo che anch’esse possano creare pubblicità e servizi sulle tarati sull’utente.

Recentemente, Facebook permetterebbe di vendere i dati raccolti sui singoli utenti a istituti di credito o finanziarie, allo scopo di stabilire se questi ultimi sono o meno dei cattivi pagatori.

Utilizzando la nota piattaforma social sarebbe infatti possibile ricostruire lo status economico soprattutto di chi chiede un finanziamento per la prima volta, soprattutto i giovani, che non hanno una storia di altri finanziamenti alle spalle che possa permettere di stabilire se è o meno un buon pagatore.

RELAZIONI E NUMERO DI CONTATTI

Il social valuta le amicizie dell’utente al fine di stabilire se esistono relazioni con soggetti non apprezzati dalle banche. Anche il numero di amici o di follower su twitter rappresenta un parametro di valutazione.

Questo sistema di controlli è assolutamente aleatorio  in quanto non si basa su dati concreti ma su supposizioni. Il metodo descritto è già comune negli Stati Uniti mentre fatica a trovare spazio in Europa: in Italia forse non troverà mai terreno fertile.

Insomma, il sistema attuale, basato sui dati dei vari Sistemi di Informazioni Creditizie (tra i più noti Crif, Experian e Ctc), che rileva il mancato pagamento di crediti per due mesi consecutivi (ovvero per due rate consecutive), è già più che efficiente senza violazioni alla vita privata.

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