I costi di un prestito

Complice il costo piuttosto alto della vita, sono sempre più numerosi gli italiani che in questo periodo storico decidono di richiedere un prestito personale.

Il prestito personale è una forma di credito al consumo che, a differenza del mutuo, non prevede l'obbligo di acquisto di uno specifico bene o servizio, cioè si può richiedere senza esplicitarne la destinazione d'uso.
Solitamente si tratta di finanziamenti brevi, della durata massima di 10 anni, e le cifre erogabili partono dai 5.000 e arrivano sino ai 75.000 euro.

Una spesa improvvisa, la voglia di realizzare un progetto rimandato da tempo, un imprevisto da dover fronteggiare: sono molte le circostanze in cui i prestiti personali possono rappresentare una valida soluzione per ottenere della liquidità in tempi relativamente rapidi.

Bisogna però essere consapevoli che, oltre al rimborso della somma erogata, il debitore sarà tenuto a versare nel tempo una serie di voci di spesa aggiuntive: sono quelle che, tutte insieme, costituiscono i reali costi di un prestito.

È bene, dunque, conoscere tutte le spese di un prestito prima di decidere se richiederlo.

 

 

Quanto costa un prestito?

 

Come abbiamo riportato sulla nostra guida i costi del mutuo, i finanziamenti comportano una serie di spese principali e spese accessorie sulle quali è necessario essere informati.

Spesso chi si accinge a chiederlo, si pone anche la fatidica domanda: ma, a conti fatti, quanto costa un prestito?

Vediamo quali sono tutte le voci di spesa da considerare prima della sottoscrizione di un contratto di prestito.

Al primo posto si collocano sicuramente i tassi di interesse: TAN e TAEG.

Si tratta di due fondamentali indicatori che servono per calcolare gli interessi di un finanziamento e quindi l'effettiva convenienza, o meno, dello stesso.

Nello specifico, il TAN (Tasso Annuo Nominale), è il tasso di interesse puro, espresso in percentuale, che viene applicato alla somma erogata ogni anno con il prestito. 
Questa cifra viene suddivisa sul rimborso di ciascuna rata, perciò più è basso il tan, più leggero sarà l'importo della rata.

Il TAN non comprende le spese accessorie del finanziamento ma esprime esclusivamente il tasso di interesse, quindi da solo non ci permette di sapere quanto costa il prestito.

Per conoscere l'ammontare complessivo di un prestito abbiamo infatti bisogno di un altro indicatore: il TAEG o Tasso Annuo Effettivo Globale.

Il TAEG è espresso anch'esso in percentuale ma, a differenza dell'altro parametro, include tutte le spese aggiuntive e quindi, in sostanza, rappresenta la somma del TAN più i costi accessori obbligatori.

 

Oltre ai tassi di interesse, ad incidere sul costo finale di un prestito, ci sono una serie di costi previsti per la gestione del finanziamento che vanno considerate con attenzione prima di sottoscrivere il contratto.

Ecco quali voci rientrano tra le spese aggiuntive di un prestito:

  • le spese di istruttoria del prestito: includono i costi di sostenuti dalla banca o finanziaria per effettuare i controlli sulla situazione creditizia del cliente e quelli per l'apertura e la gestione della pratica. Possono essere incluse nella prima rata del finanziamento o diluite nel corso dell'ammortamento
     
  • le SIR (spese di incasso e gestione rata) variano a seconda del tipo di finanziamento, nei prestiti personali sono quasi sempre gratuite
     
  • L'imposta di bollo/sostitutiva sul contratto: è un contributo fiscale obbligatorio che il richiedente è tenuto a pagare per l'emissione dei vari documenti.
    Attualmente l'importo del bollo è di 16,00 euro, a cui possono aggiungersi ulteriori 2,00 euro (sempre sotto forma di bollo) per ogni singola comunicazione aggiuntiva, se prevista
     
  • Il costo delle comunicazioni periodiche: si tratta di un contributo che sta via via scomparendo, grazie ai prestiti online e all'invio telematico delle stesse, che non prevede alcun costo.
     
  • le spese di chiusura pratica: se si chiude anticipatamente il finanziamento potrebbe essere applicata una penale a titolo di risarcimento per l'istituto di credito.
    Tale somma non sarà mai superiore all'1% del debito residuo
     
  • l'eventuale assicurazione che alcune finanziarie propongono come ulteriore garanzia al cliente, il quale ha comunque facoltà di rifiutare.

 


 

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