Sospensione mutuo per Coronavirus: quando conviene?

Tra le misure introdotte dal Governo a sostegno delle famiglie con il decreto Cura Italia varato lo scorso16 marzo, è stata introdotta la possibilità per i mutuatari in difficoltà economica a causa del coronavirus di sospendere il pagamento delle rate del mutuo per un massimo di 18 mesi. 

L'agevolazione è rivolta ai mutui prima casa, per un valore dell'immobile fino a 250 mila euro, e avrà una durata di nove mesi, fino al dicembre 2020. 

La richiesta di sospensione del mutuo per Coronavirus può essere effettuata da lavoratori dipendenti, collaboratori e partite Iva purché sia dimostrabile lo stato di crisi.

La sospensione del rimborso delle rate può essere accordata dalle banche nel caso in cui, per effetto dell’emergenza attuale, si sia subita la cessazione del lavoro subordinato a tempo indeterminato o determinato o la cassa integrazione superiore ai 30 giorni o la riduzione del fatturato per gli autonomi di oltre il 33% a partire dal 21 febbraio 2020.

Tutti possono farne richiesta: non è previsto, infatti, un limite di reddito determinato dall’Isee per richiedere la sospensione del mutuo prima casa per Coronavirus, e non si deve presentare il certificato Isee.

Quando conviene sospendere le rate del mutuo per Coronavirus 

La sospensione del pagamento delle rate del mutuo rappresenta certamente un’opportunità importante per tutti coloro che si trovano in una situazione critica, ma è consigliabile richiederla solo se strettamente necessaria.

In concreto la misura funziona così: una volta accettata la richiesta, il Fondo Consap provvederà al pagamento del 50% della quota degli interessi del mutuo.
La restante metà, a carico del mutuatario, verrà spalmata negli anni residui a partire dalla ripresa dei pagamenti delle rate.
La durata del mutuo si allungherà così automaticamente per il periodo corrispondente alla sospensione.

La convenienza dell'operazione, a ben vedere, riguarda quei titolari di mutui sottoscritti recentemente.
Secondo il piano di ammortamento alla francese, quello più diffuso in Italia, gli interessi da corrispondere alla banca sono più elevati nei primi anni del finanziamento, quindi un sostegno economico in questa fase risulterebbe vantaggioso.

Ricorrere alla sospensione delle rate sarebbe una valida scelta soprattutto nel caso di reali ed effettive difficoltà economiche, onde evitare eventuali segnalazioni come cattivi pagatori alla Centrale dei rischi.

Sospensione del mutuo: quando non conviene

Ci sono alcuni casi in cui sospendere il rimborso delle rate non conviene, e sarebbe meglio stringere la chinghia per un po' e per poi valutare l'opzione di un'eventuale rinegoziazione o surroga.

Ci rivolgiamo, ovviamente, solo a chi, seppur in maggiori ristrettezze economiche, è ancora in grado di pagare il finanziamento.

Prima di tutto, chi si trova nella parte finale dell'ammortamento non avrebbe grandi vantaggi a bloccare le rate, poiché, come abbiamo già visto, la quota degli interessi mano a mano che si va avanti con i pagamenti diminuisce sempre di più, rendendo il rimborso da parte del Fondo davvero esiguo.

Secondo aspetto da valutare attentamente è il fatto che alla ripresa dei pagamenti le rate del finanziamento sospeso saranno più alte a causa degli interessi ancora da corrispondere, i quali verranno spalmati negli anni successivi e fino alla scadenza naturale del mutuo.

C'è poi da considerare la durata del mutuo: se si tratta di un mutuo ipotecario ventennale, una volta prorogato per via della sospensione, allo scadere dei 20 anni l'iscrizione dell'ipoteca verrebbe rinnovata automaticamente comportando un nuovo pagamento dei relativi costi a carico del mutuatario.

Infine un ultimo argomento da valutare con attenzione è che la sospensione potrebbe precludere il futuro accesso a nuovi finanziamenti e surroghe: in passato è infatti successo che alcune banche abbiano negato la concessione di un mutuo o di una surroga ai mutuatari che avevano fatto ricorso al Fondo di solidarietà per la sospensione delle rate.

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